Masturbazione Compulsiva: Come Riconoscerla E Quali Soluzioni Adottare

Cos'è la masturbazione compulsiva e come influisce sulla vita di chi ne soffre

Masturbazione Compulsiva
INDICE

La masturbazione è un’attività perfettamente sana e, se praticata con ragionevole frequenza, può apportare vantaggi sia dal punto di vista fisico che mentale. Allentare la tensione sessuale aiuta a combattere lo stress e dormire meglio, ma anche a conoscere il proprio corpo, imparando ad assecondarne bisogni ed emozioni. Un’abitudine che riguarda entrambi i sessi, nonostante le percentuali indichino come, nella pratica dell’autoerotismo, gli uomini siano ancora in netta maggioranza.

Non mancano evidenze scientifiche riguardo la bontà della masturbazione, in particolare con l’utilizzo di sex toy vibranti; le vibrazioni sembrano essere particolarmente efficaci contro l’anorgasmia, la disfunzione eiaculatoria e perfino la disfunzione erettile. Una soluzione a svariati problemi sessuali dunque, capace di migliorare sensibilmente la vita intima di single e coppie.

Detto questo, è altrettanto importante metterne in luce gli eventuali effetti collaterali, che esistono e non vanno assolutamente trascurati. Tra questi, la masturbazione compulsiva trova particolare risalto, poiché compromette pesantemente la qualità della vita di chi ne soffre.

Cosa si intende per masturbazione compulsiva?

La masturbazione compulsiva è un disturbo psicologico per molti versi simile alla dipendenza da porno e da sesso in generale; una vera e propria ossessione nei confronti dell’autoerotismo, che sfocia in comportamenti irrazionali e per certi versi autolesionistici.

Dedicarsi più volte al giorno all’autoerotismo non indica necessariamente un problema di masturbazione compulsiva; il disagio si presenta solo nel momento in cui questa attività crea malessere psicofisico e interferisce con le normali dinamiche della vita quotidiana.

Analizzando gli articoli psichiatrici disponibili, si è giunti a una definizione univoca di comportamento compulsivo, che consisterebbe in “una serie di atti ripetitivi caratterizzati dalla sensazione che tali atti debbano per forza essere svolti, pur con la consapevolezza che non collimano con i propri obiettivi”.

Conseguenze

Un disagio invalidante che si ripercuote in maniera negativa non solo sulla sfera sessuale, ma anche nel quotidiano, impedendo le normali attività giornaliere. Le conseguenze possono essere:

  • Scarsa soddisfazione sessuale
  • Bassa autostima
  • Problemi nelle relazioni interpersonali
  • Problemi lavorativi

Come riconoscere la masturbazione compulsiva

Esistono numerosi segnali d’allarme che dovrebbero farci pensare a un problema di masturbazione compulsiva. Prendere atto di questo disagio è il primo, fondamentale passo per intraprendere con successo un percorso di guarigione.

1. Non riuscire a smettere

Rendendosi conto del problema, il masturbatore compulsivo prova spesso a limitare il tempo dedicato all’autoerotismo, senza però raggiungere lo scopo prefissato. Il bisogno di masturbarsi inibisce qualsiasi risolutezza, dando il via a un meccanismo in tutto e per tutto simile alla dipendenza da sostanze stupefacenti.

Date le premesse, smettere senza l’aiuto di un professionista può rivelarsi quasi impossibile: col passare del tempo l’esigenza di masturbarsi diventa sempre più assidua e impellente, costringendo a sessioni di autoerotismo ogni volta più lunghe. Una tendenza che va di pari passo con il bisogno di trovare contenuti porno sempre nuovi e più spinti per riuscire a eccitarsi.

2. Dedicare troppo tempo alla masturbazione

Masturbarsi spesso può essere fonte di relax e, in un quadro psichico nella norma, non deve destare particolari preoccupazioni. Un’abitudine che inizia a essere problematica solo quando il tempo dedicato all’autoerotismo supera i limiti della normalità, occupando ogni momento libero o, nel peggiore dei casi, diverse ore della giornata.

Va da sé come un atteggiamento di questo tipo mini irreparabilmente la vita personale e lavorativa di una persona, impedendole non solo di svolgere le sue mansioni professionali, ma anche di coltivare amicizie e interessi. Non a caso l’isolamento sociale rappresenta uno dei più chiari sintomi di questo disturbo, con gravi ripercussioni anche sui rapporti interpersonali.

Declinare inviti, lasciare gli eventi prima del previsto e favorire la masturbazione ad attività più proficue – magari in compagnia del partner o di amici – denota un quadro assai problematico e complesso, che richiede cure tempestive.

3. Praticare autoerotismo in presenza di altre persone

L’urgenza di masturbarsi in situazioni che esulano dalla sfera sessuale è un palese segno di dipendenza, in particolare quando opporsi al desiderio risulta impossibile. Spesso capita che un masturbatore compulsivo si ritrovi a praticare autoerotismo in contesti pubblici, ignorando la vicinanza con altre persone.

Bagni, stanze isolate, angoli nascosti; la ricerca di situazioni che consentano di masturbarsi ha la precedenza su tutto, anche sulle più banali convenzioni sociali. In questi frangenti, la perdita dei freni inibitori cancella l’ansia di essere scoperti, mettendo in secondo piano il rischio di subire conseguenze negative.

4. Pensare costantemente alla masturbazione

Un atteggiamento che porta a isolarsi dal mondo, focalizzando le proprie attenzioni solo sull’autoerotismo. Chi soffre di questo disturbo si scopre spesso a pensare alla masturbazione, anche nelle situazioni più disparate: in ufficio, a scuola o in compagnia di amici, per esempio, contesti in cui, normalmente, si è distratti da stimoli diversi.

In questi frangenti le fantasie sessuali e relative al porno prevalgono su qualsiasi input esterno, aumentando ancora di più l’esigenza di ricorrere all’autoerotismo. Di fatto, si tratta di un pensiero fisso e costante che impedisce di focalizzarsi su qualsiasi altro aspetto della vita.

5. Usare la masturbazione per gestire le emozioni

La masturbazione rappresenta spesso un rifugio dai problemi della vita quotidiana; un diversivo che consente di gestire le emozioni senza dover necessariamente affrontare la realtà.

È scientificamente provato come, nella donna, l’orgasmo provochi un picco transitorio di intensissimo piacere, accompagnato da uno stato alterato di coscienza; per qualche istante, questa scarica di relax permette di dimenticare ansie e paure, creando una sorta di comfort zone in cui rifugiarsi.

Spesso accade che, nella ricerca disperata di questa sensazione, chi soffre di masturbazione compulsiva senta il bisogno di praticare autoerotismo anche senza eccitazione, per superare momenti di particolare ansia e difficoltà. Un segnale più che evidente della presenza di un malessere.

6. Peggioramento della sfera sessuale

Prestare un’attenzione ossessiva alla masturbazione, tanto da ricorrervi svariate volte al giorno, può minare gravemente la vita sessuale: un problema che riguarda tanto i single quanto le coppie, con un deciso peggioramento dei rapporti intimi.

Disfunzioni sessuali maschili come l’assenza di erezione o problemi con l’eiaculazione sono all’ordine del giorno in chi soffre di masturbazione compulsiva, ma nemmeno le donne sono esenti da questo genere di problema. Anorgasmia e scarsa lubrificazione, per esempio, sono effetti collaterali piuttosto comuni e contribuiscono ad abbassare notevolmente la qualità della vita.

7. Sviluppare problemi psicologici

Così come la masturbazione compulsiva deriva talvolta da problemi psicologici preesistenti, la stessa può anche esserne causa, innescando un malessere che va oltre la sfera sessuale. Tra le maggiori conseguenze, troviamo ansia, depressione e difficoltà relazionali, con tutti i relativi sintomi.

Infine, un ulteriore segnale di disagio è rappresentato dalla comparsa sempre più frequente di sensi di colpa. Non si tratta solo dei retaggi di un’educazione troppo rigida o religiosa, ma anche dell’inconscia consapevolezza di avere un problema. Il masturbatore compulsivo sa che dovrebbe smettere, ma non riesce a limitarsi, e per questo tende a sentirsi colpevole.

8. Subire danni fisici

Sollecitare spesso gli organi genitali può innescare problemi fisici di vario tipo, prime fra tutti le irritazioni, che sfociano in bruciore intimo e altri fastidi sia al pene che alla vagina. Lo stesso vale per chi fa un massiccio utilizzo di sex toy che, alla lunga, potrebbe creare un certo stress.

Non parliamo solo di vibratori, ma anche dei vari oggetti che, in preda all’urgenza di masturbarsi, possono essere utilizzati come veri e propri strumenti di piacere.

Curare la masturbazione compulsiva

La masturbazione compulsiva, insieme alla dipendenza da porno, rientra nell’ampia categoria dei Disturbi del Comportamento Sessuale Compulsivo. Secondo uno studio dello University Medical Center Hamburg-Eppendorf, una considerevole fetta di popolazione – sia maschile che femminile – ritiene di soffrirne, in particolare per quanto riguarda la gestione difficoltosa delle abitudini sessuali.

Il problema risiede nello squilibrio tra eccitazione e fattori inibitori, che propende con decisione a favore della prima. Ristabilire il corretto bilanciamento è prioritario nella cura di questo disturbo; un obiettivo che può essere raggiunto in vari modi.

1. Prendere coscienza del problema

Chi soffre di masturbazione compulsiva tende a negare il problema, sia agli altri che a se stesso. Tuttavia, per iniziare un percorso terapeutico, è necessario rendersi conto della situazione e accettare d’aver bisogno di aiuto: confidarsi con amici fidati o con il partner, per esempio, può rivelarsi fondamentale per tornare alla normalità.

Questo passa necessariamente attraverso il recupero del rapporto di coppia, con iniziative che stimolino la sessualità a due e aiutino a ritrovare interesse per il partner. Creare situazioni insolite, ricominciare a fare cene romantiche e imparare a dialogare possono essere spunti utili per uscire dal tunnel della masturbazione compulsiva.

Da non trascurare anche l’aiuto dei sex toy che, se utilizzati nel modo giusto, si rivelano ottimi nel ravvivare il rapporto sessuale. Ultimo, ma non meno importante, potrebbe essere utile provare nuove forme di intimità, come il sesso tantrico, i massaggi di coppia o, se non lo si è mai provato, il sesso anale.

2. Capire quando e perché ci si masturba

Come detto, la masturbazione compulsiva può essere un modo per evadere da stress e realtà, evitando situazioni che creano ansia. Individuare tutto ciò che innesca il bisogno di ricorrere all’autoerotismo in determinati frangenti è utilissimo nell’affrontare il problema.

Il passo successivo è cercare di sostituire la masturbazione con attività d’altro tipo, che allevino il vuoto e consentano di superare il momento di crisi. Lo sport può essere un’ottima soluzione, così come passare più tempo con gli amici e in coppia; in ogni caso, recuperare i rapporti interpersonali dev’essere un punto cardine del processo di guarigione.

3. Rivolgersi a un professionista

Nella maggior parte dei casi, la masturbazione compulsiva nasce da un disagio già esistente e, per curarla, è fondamentale scoprire di cosa si tratta. Rivolgersi a uno psicoterapeuta è il primo passo per indagare le origini del malessere, nonché un valido supporto per sciogliere eventuali nodi irrisolti.

Terapia di coppia

Traumi passati e dolore emotivo, per esempio, sono fra i problemi più comuni riscontrati in chi soffre di questo disturbo e solo con l’aiuto di un terapista è possibile superarli o imparare a conviverci. Smettere con la masturbazione compulsiva è la logica conseguenza del rapporto più sereno con se stessi. In questo frangente, è utile considerare l’eventualità di una terapia di coppia: la collaborazione del partner può realmente fare la differenza e contribuire a un rapporto più sano e sincero.

Gruppi di supporto

Partecipare a gruppi di supporto, interagendo con persone che soffrono dello stesso problema, può essere altrettanto utile; una soluzione anonima e gratuita che permette di confrontarsi senza temere il giudizio altrui. Studi hanno dimostrato come i cosiddetti gruppi di supporto tra pari – ovvero tra persone con lo stesso disturbo – abbiano un impatto significativo sul miglioramento dei partecipanti, con una netta riduzione di pensieri negativi, sensi di colpa, vergogna e, non meno importante, dell’impulso a ricadere nella dipendenza o compulsione.

4. Ricorrere a una terapia farmacologica

Al momento, non esiste un protocollo medico condiviso per affrontare la masturbazione compulsiva. Quando il disturbo deriva da patologie d’altro genere, tuttavia, è possibile curarlo alla radice con l’aiuto dei farmaci più adatti.

Conclusione

La masturbazione compulsiva rientra nella categoria dei cosiddetti disturbi del comportamento sessuale compulsivo e si manifesta attraverso l’incapacità di resistere all’urgenza di praticare autoerotismo. Un disagio che, se non curato per tempo, va via via aggravandosi, con ripercussioni anche gravi sulla vita, sul lavoro e sulle relazioni interpersonali di chi ne è affetto.

Sono svariati i sintomi che segnalano la presenza di questo malessere, tra cui la crescente propensione all’isolamento e la caduta dei freni inibitori che può talvolta spingere a masturbarsi anche in presenza di altre persone. Una vera e propria patologia che pone la masturbazione in cima alle priorità personali, cancellando ogni altro interesse e responsabilità.

Curare questo disagio è possibile grazie a specifici percorsi di psicoterapia, sedute di coppia e gruppi di supporto, da affiancare a un deciso impegno personale e alla volontà di cambiare il proprio stile di vita.

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