Come Funziona L’Orgasmo Femminile?

Segreti e meccanismi del piacere femminile: ecco tutte le fasi dell'orgasmo e come avviene

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INDICE

Malgrado anni di studi, l’orgasmo femminile continua a essere tra i soggetti più dibattuti in ambito sessuale. Non solo si conosce poco circa cause e scopi di questa reazione fisica, ma ciò che sappiamo si basa su dati sostanzialmente incompleti e miti tuttora difficili da sfatare.

Innanzitutto, cosa si intende per orgasmo? Secondo l’American Psychological Association, l’orgasmo corrisponde al culmine della stimolazione o dell’attività sessuale, ovvero il picco massimo del piacere che si raggiunge in un rapporto.

Un evento che si caratterizza per il rilascio della tensione e per una contrazione ritmica dei muscoli perineali, dello sfintere anale e degli organi riproduttivi.

Nella donna, tutte queste reazioni si affiancano al contrarsi delle pareti vaginali e – questo può variare da persona a persona – di muscoli collocati negli strati più o meno superficiali della vulva.

Esattamente come accade per gli uomini, anche l’orgasmo femminile può talvolta portare all’eiaculazione, con significati chiaramente diversi da quella maschile.

Qual è lo scopo dell’orgasmo femminile?

Al contrario dell’orgasmo maschile, le cui finalità riproduttive sono chiare, quello femminile non ha, almeno in apparenza, alcun fine specifico; una risposta alla stimolazione quasi del tutto superflua, che nella maggior parte dei casi si raggiunge con difficoltà tramite la sola penetrazione vaginale.

Per capire come l’orgasmo femminile non influisca sul discorso riproduttivo, basti pensare al meccanismo dell’ovulazione: mentre in molti mammiferi questo è indotto da particolari condizioni ambientali e dalla presenza di un maschio che ne stimoli la comparsa attraverso il coito, negli umani avviene in maniera del tutto spontanea. Si tratta infatti di una fase legata al ciclo ormonale femminile e indipendente da fattori esterni.

Tuttavia, non è sempre stato così. Una serie di studi su questo fenomeno ha stabilito come, alle origini, anche l’orgasmo umano servisse a provocare l’ovulazione, aprendo la strada a un’eventuale gravidanza.

La crescente disponibilità di compagni e occasioni per intrattenere rapporti sessuali avrebbe via via eliminato questa necessità, facendo dell’ovulazione un fenomeno spontaneo, slegato dall’orgasmo.

Il processo evolutivo ha sancito anche la superfluità a fini riproduttivi dello stesso clitoride: se è vero che nei mammiferi il raggiungimento dell’orgasmo – e dunque dell’ovulazione – passa anche attraverso la sua stimolazione, nelle donne il clitoride è andato allontanandosi sempre più dal canale vaginale, segno della sua crescente inutilità nel procreare.

Cos’è dunque l’orgasmo femminile? Come funziona? Perché avviene? Con questo articolo proveremo ad analizzare teorie ed evidenze scientifiche a riguardo.

Come si manifesta l’orgasmo in una donna

L’orgasmo femminile non è un fenomeno limitato alla sola zona genitale; quando una donna raggiunge il culmine del piacere, la reazione si espande anche al resto del corpo, coinvolgendo un’enorme quantità di muscoli e terminazioni nervose.

Si tratta di un’esperienza per certi versi totalizzante, in cui potenti scariche di piacere si diffondono dalla testa ai piedi, in vere e proprie ondate. Sensazioni che non tutte le donne percepiscono allo stesso modo: da una parte chi ha orgasmi potentissimi, dall’altra chi prova un orgasmo molto più lieve o limitato alle parti intime.

Quest’ampia varietà di percezioni, insieme a un’educazione sessuale carente, fa sì che molte donne siano tuttora incapaci di riconoscere un orgasmo, quando lieve, e che ciò le privi di una vita intima appagante: conoscere le reazioni del proprio corpo e imparare a gestirle è infatti essenziale per facilitare l’orgasmo e ottenere il massimo da ogni rapporto.

Come riconoscere, dunque, il famoso acme dell’eccitazione sessuale?

1. Aumento di pressione e battiti cardiaci

Il primo segnale di un orgasmo in arrivo è senza dubbio la frequenza cardiaca; percepire un aumento dei battiti indica in modo chiaro ed evidente che il picco del piacere si avvicina. Questo avviene indistintamente sia per gli uomini che per le donne.

Da uno studio cardiologico è emerso come la pressione del sangue raggiunga il livello più alto nella cosiddetta fase plateau, ossia nel momento della massima eccitazione, per tornare su livelli normali 10 minuti dopo l’orgasmo.

I battiti, d’altro canto, arrivano alla loro massima frequenza all’inizio dell’orgasmo e richiedono dai 10 ai 20 minuti per scendere nuovamente.

2. Respirazione affannosa

Insieme all’aumento di pressione e frequenza cardiaca, con il verificarsi di un orgasmo è piuttosto comune percepire il fiato corto: questo succede perché, con l’attività fisica, il corpo consuma più ossigeno, producendo al tempo stesso anidride carbonica.

Si tratta d’un tipo di dispnea che non desta preoccupazioni – ammenoché legata a patologie potenzialmente dannose – e che si limita al momento della massima eccitazione, per sparire negli attimi successivi all’orgasmo.

3. Contrazioni muscolari

Come detto, i muscoli coinvolti nell’orgasmo femminile sono moltissimi e distribuiti su varie parti del corpo. Per quanto riguarda le sensazioni percepite con l’avvicinarsi di un orgasmo, si parla in particolare di muscoli vaginali, pelvici e anali. Vediamo in che modo.

Muscoli bulbocavernosi

Si tratta di muscoli situati in posizione assai superficiale al di sotto delle piccole labbra. Le contrazioni risultano molto leggere e vanno solitamente ricollegate a una stimolazione del clitoride. I muscoli bulbocavernosi sono dunque coinvolti in attività come, per esempio, il sesso orale, la masturbazione o l’impiego del succhiaclitoride.

Muscolo elevatore dell’ano

In questo caso le contrazioni sono più vigorose e insistenti. Un effetto che si verifica con la sollecitazione del punto G, ovvero attraverso la penetrazione vaginale, che avvenga per mezzo di un pene, delle mani o con l’aiuto di vibratori.

Il muscolo elevatore dell’ano è strettamente legato alla vagina e alle sue funzioni: gran parte dei problemi pelvici che riguardano la sfera femminile vanno infatti ricondotti alla sua lacerazione: si stima che il 20% delle donne che hanno avuto un parto vaginale subisca un trauma di questo muscolo, con conseguenze sul benessere sessuale e sulla qualità della vita.

Muscoli delle pareti vaginali

Già nel 1966, Masters and Johnson – pionieri della ricerca sulla natura della sessualità umana – avevano osservato dalle 3 alle 15 contrazioni ritmiche del terzo esterno della vagina come base fisiologica dell’orgasmo femminile.

4. Gemiti e movimenti involontari

Con l’orgasmo, è frequente produrre una serie di gemiti dettati dal piacere, veri e propri lamenti di cui si è spesso inconsapevoli. Inoltre, il corpo sembra perdere il controllo, arrivando a compiere gesti inconsulti: movimenti del bacino per esempio, ma anche contrazioni dei muscoli, con le dita di mani e piedi che si stringono in maniera involontaria.

Quanti e quali tipi di orgasmo femminile esistono?

Di norma, quando si parla di sessualità femminile si distinguono 2 grandi tipologie di orgasmo: vaginale e clitorideo. Più nello specifico, è possibile definire ulteriori categorie e sottocategorie di orgasmo, in base alle modalità e alle parti del corpo coinvolte.

Un sondaggio del 2015 ha messo in luce le differenti modalità di raggiungimento dell’orgasmo: per il 77% delle donne intervistate, il metodo migliore consiste nell’affiancare alla penetrazione una stimolazione del clitoride, mentre un buon 65% predilige la sola penetrazione o il sesso orale. C’è poi un 25% di donne che raggiunge l’orgasmo tramite rapporto anale.

Orgasmo clitorideo

Il clitoride è un organo sessuale erettile assai ricco di terminazione nervose. Questo ne fa una zona particolarmente erogena del corpo femminile, nonché la principale fonte di orgasmo nella maggioranza delle donne.

Collocato all’ingresso della vagina, nel punto d’unione delle piccole labbra, se stimolato provoca un piacere molto intenso, con contrazioni dei muscoli più superficiali della vulva.

Orgasmo vaginale

Una tipologia di orgasmo che si ottiene tramite stimolazione interna. Ciò avviene quando il pene va a sollecitare in maniera ripetuta le pareti vaginali, scatenando una serie di reazioni.

Stimolazione del punto G: anche se per molto tempo è rimasto un argomento controverso, l’esistenza del cosiddetto punto G è stata rilevata da ben 31 studi scientifici, con un’identificazione precisa nel 55,4% delle donne prese in esame.

Ciò di cui si ha certezza è la presenza di una struttura anatomica posizionata sulla parete anteriore della vagina e che si gonfia a fronte di uno stimolo tattile. In molti casi, quest’area può estendersi all’intera parete anteriore e a quella posteriore.

Orgasmo cervico-uterino

Un orgasmo profondo, che avviene in corrispondenza della cervice, nel punto dove la vagina incontra l’utero. La stimolazione di quest’area dell’apparato genitale crea sensazioni fortissime, con ondate di piacere più lente e persistenti, che coinvolgono tutto il corpo.

Si tratta di un orgasmo piuttosto difficile da raggiungere, che richiede una certa consapevolezza della propria libido.

Orgasmo anale

Una tipologia di orgasmo ancora poco conosciuta, che si ottiene con la stimolazione di aree altamente innervate all’interno dell’ano. Il piacere che scaturisce dall’orgasmo anale è intensissimo e assai profondo; raggiungerlo è semplice, sia attraverso il rapporto sessuale che con la masturbazione.

I sex toy a nostra disposizione sono ormai numerosi, tra dildo, vibratori e plug anali. Da non sottovalutare l’importanza di usare un buon lubrificante, che agevoli la penetrazione e l’orgasmo.

Orgasmo da stimolazione delle zone erogene

Il picco di piacere non si raggiunge solo attraverso la stimolazione diretta delle parti intime: sollecitare le zone erogene del corpo può infatti regalare sensazioni fortissime che, talvolta, sfociano in un vero e proprio orgasmo.

Capezzoli, collo e orecchie, per esempio, sono aree assai ricche di terminazioni nervose e favoriscono un intenso piacere sessuale.

Orgasmo da stimolazione della fantasia

Come noto, la fantasia ha un ruolo primario nella sessualità umana, e in particolare quella femminile. Non è raro dunque che pensieri e immagini possano innescare un meccanismo di eccitazione, provocando un vero e proprio orgasmo.

Questo avviene senza alcuna stimolazione fisica, con il solo aiuto del cervello: ne è un chiaro esempio l’eiaculazione notturna, che può riguardare anche le donne e si manifesta spontaneamente durante il sonno, insieme a sogni e fantasie erotiche.

Orgasmi multipli

Una delle caratteristiche dell’orgasmo femminile è la capacità di ripetersi più volte in un breve lasso di tempo: per le donne è quindi possibile raggiungere più orgasmi nello stesso rapporto.

Questo perché il loro periodo refrattario dura assai meno rispetto a quello degli uomini, agevolando un’immediata ripresa del ciclo sessuale. Un sondaggio della Florida State University, ha rilevato come, su 805 donne intervistate, il 42,7% aveva avuto orgasmi multipli.

Tutte le fasi dell’orgasmo femminile

Come già accennato, l’orgasmo femminile è un evento estremamente soggettivo e varia da persona a persona: difficile stabilire con certezza come si raggiunga, quante volte e in quanto tempo; per le donne in particolare, si tratta di un’esperienza complessa, impossibile da definire entro specifici parametri.

Ciò che sappiamo per certo, è che questo fenomeno si sviluppa in 4 fasi ben distinte, così come emerge dal modello Masters and Johnson:

  1. Eccitazione
  2. Plateau
  3. Orgasmo
  4. Risoluzione

1. Eccitazione

La fase che porta al rapporto sessuale vero e proprio. In questo lasso di tempo, la mente si focalizza in toto sul pensiero del sesso, mentre il corpo matura un certo grado di desiderio, preparandosi ad accogliere il partner. Questo avviene tramite l’aumento dei battiti cardiaci e della pressione sanguigna, oltre a un maggior apporto di sangue a vagina, clitoride, capezzoli e muscoli pelvici.

È in questo momento che ha inizio la lubrificazione, fondamentale perché il pene acceda facilmente e senza dolore al canale vaginale. Per una serie di motivi, fra cui, per esempio, la fase del ciclo mestruale, l’età o l’utilizzo di contraccettivi ormonali, è possibile che ciò non avvenga spontaneamente: in questi casi è bene ricorrere ad appositi lubrificanti da applicare prima della penetrazione.

Fattori che determinano l’eccitazione

L’eccitazione può prendere il via in maniera spontanea, tramite un meccanismo che involve fattori di vario genere:

  • Ormonali: gli ormoni hanno un forte ascendente sul desiderio femminile, attivando quelle aree del cervello che comandano la zona genitale. A livello biologico, lo scopo di questo processo è strettamente riproduttivo.
  • Sensoriali: il desiderio femminile coinvolge tutti i sensi, a partire dal tatto, attraverso baci, carezze e la stimolazione delle cosiddette zone erogene. Anche profumi e sapori possono talvolta favorire l’eccitazione, così come la vista o l’udito di particolari contenuti.
  • Psicologici: immagini, suoni e fantasie sessuali possono innescare l’eccitazione, stimolando il sistema nervoso centrale. Che si tratti della voce del proprio compagno, di un porno o di un sogno erotico, l’elemento psicologico si rivela fondamentale.

2. Plateau

È in questa fase che eccitazione e tensione sessuale crescono fino a raggiungere il loro picco massimo, precursore dell’orgasmo vero e proprio.

La cosiddetta piattaforma orgasmica, che si raggiunge durante il plateau, consiste in un sensibile incremento dell’apporto sanguigno alla vagina; pressione e pulsazioni aumentano via via che l’orgasmo si avvicina, provocando anche un temporaneo affanno nel respiro.

Immediatamente prima di raggiungere l’orgasmo il clitoride rientra nel glande, la vulva si gonfia e le piccole labbra assumono un colore più scuro, per l’elevato afflusso di sangue.

3. Orgasmo

Il momento del picco massimo di piacere: in questa fase la tensione accumulata nel corso del rapporto si libera, contraendo i muscoli pelvici, di utero e vagina. Un’intensa sensazione di appagamento psicofisico che si propaga in tutto il corpo, insieme al calore originato nella zona genitale.

Raggiungendo l’orgasmo, la donna espelle dall’uretra un fluido trasparente: questa vera e propria eiaculazione può talvolta avvenire con maggior forza, dando luogo al fenomeno dello squirting.

Per la scienza, l’unica tipologia di orgasmo che si verifica in modo regolare è quella breve, e ha una durata dai 3 ai 15 secondi. Una serie di studi ha rilevato l’esistenza di un orgasmo più lungo, che può protrarsi fino a 2 minuti; un evento piuttosto diffuso tra le donne con una regolare attività sessuale, riscontrato, in media, nel 40% dei casi.

4. Risoluzione

Si tratta della fase immediatamente successiva all’orgasmo, in cui il corpo si rilassa e torna a uno stato di normalità. La frequenza cardiaca si abbassa e il sangue defluisce dalle parti intime, che si sgonfiano e tornano della loro colorazione originaria. Nelle donne questa fase può durare pochissimo, ragion per cui non è raro avere orgasmi multipli all’interno dello stesso rapporto.

Problemi ad avere un orgasmo: quali sono le cause?

Esattamente come accade negli uomini con la disfunzione erettile, anche le donne possono incorrere in problemi di vario genere: mancanza di lubrificazione e anorgasmia su tutti.

Un recente studio ha evidenziato come, su un campione di 303 donne, il 41% fosse a rischio disfunzioni sessuali. Dati non trascurabili che necessitano di ulteriori considerazioni scientifiche, anche in un’ottica risolutiva.

Nello specifico, le problematiche femminili che impediscono il raggiungimento dell’orgasmo possono rientrare in 2 categorie:

Disfunzioni fisiche

Dispareunia e vaginismo sono certamente ai primi posti tra i problemi fisici che causano anorgasmia. Provare dolore al momento della penetrazione preclude qualsiasi possibilità di piacere intimo, fermando il rapporto alle prime fasi del normale ciclo sessuale.

Disfunzioni psicologiche

Ansia, depressione, stress e senso di colpa sono solo alcuni dei problemi che possono impedire il raggiungimento dell’orgasmo, e in molti casi persino l’eccitazione. Chiaramente, quando il cervello è concentrato su problematiche di altra natura, desiderio e lubrificazione vengono meno, impedendo il rapporto. Uno studio ha dimostrato come la maggior causa di anorgasmia nelle donne sia, per l’appunto, la mancanza di eccitazione dovuta a vari aspetti, come, per fare un esempio, lo stress.

Un meccanismo che innesca frustrazione e dà il via a un circolo vizioso che può compromettere pesantemente i rapporti di coppia.

Risolvere tutti questi problemi, che siano di natura organica o psicologica, è importantissimo per riavere una vita intima appagante. L’educazione sessuale e la masturbazione possono senza dubbio aiutare, in particolare se affiancate da una terapia comportamentale e dall’aiuto di uno specialista.

Gli esperti consigliano inoltre di utilizzare appositi sex toy per la stimolazione di clitoride e punto-G, così da sollecitare le terminazioni nervose che favoriscono il piacere.

Conclusione

L’orgasmo è una risposta psicofisiologica alla stimolazione sessuale e si verifica nel momento in cui l’eccitazione tocca il suo punto massimo. Se negli uomini culmina con l’eiuaculazione, assumendo una chiara valenza riproduttiva, nelle donne si è evoluto trasformandosi in un evento a sé, privo di scopi particolari.

Aumento della pressione sanguigna, frequenza cardiaca e contrazioni muscolari – pelviche, anali e vaginali – sono i principali indizi di un orgasmo in corso: non tutte le donne percepiscono queste reazioni allo stesso modo e mentre alcune provano una vera e propria estasi che coinvolge ogni angolo del corpo, per altre può limitarsi a un piacere più circoscritto o, nei casi di anorgasmia, addirittura impercettibile.

Le fasi dell’orgasmo femminile sono essenzialmente 4 – eccitazione, plateau, orgasmo e risoluzione – e, a differenza di quanto avviene per la quasi totalità degli uomini, possono ripetersi più volte in ogni rapporto sessuale. Un fenomeno su cui le conoscenze scientifiche rimangono tuttora limitate, così come, più in generale, per tutto ciò che riguarda il piacere sessuale femminile.

Infine, esistono 2 tipologie principali di orgasmo: vaginale, che avviene con la stimolazione interna del cosiddetto punto G, e clitorideo, come conseguenza della sollecitazione del clitoride.

Da non sottovalutare, in ogni caso, la possibilità di avere orgasmi tramite fantasie erotiche o sollecitando zone erogene del corpo come, per esempio, i capezzoli.

Tutte queste variabili rendono l’orgasmo femminile un evento complesso, senza dubbio meritevole di ulteriori studi; capirne in toto la natura è di certo fondamentale per migliorare sensibilmente la qualità della vita di moltissime donne.

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